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Cos’è il File System Interplanetario (IPFS) e come funziona

Cos’è il File System Interplanetario (IPFS) e come funziona

By daniele

Per molti versi molti sono abituati a vedere i File System come qualcosa di espressivamente legato ai sistemi operativi, ma in realtà sono presenti un po’ ovunque, basta che si parla regolarmente infatti di NTFS per Windows, ma anche di Fat32 o exFAT per le schede MicroSD (e penne USB). Non manca poi l’Apple con il suo APFS e tutte le partizioni EXT che riguardano molti sistemi Linux. Ma avete mai sentito parlare dell’IPFS, conosciuto meglio come InterPlanetary FileSystem?

Il File System InterPlanetario suona come qualcosa di incredibilmente futuristico, eppure è già tecnicamente in esistenza – ed anche utilizzato. Possiamo definire questo come una sorta di estrema evoluzione dei sistemi P2P – ovvero Peer To Peer – con il quale è possibile condividere vari contenuti appunto in maniera globale, da qui il senso Interplanetario del termine.

Il modo in cui però questo sistema funziona è molto più elevato del normale programma P2P come ad esempio Torrent. L’APFS è infatti basato sulla logica di Decentralizzazione del Web3. Questo ovviamente ha i suoi motivi: al giorno d’oggi tutto ciò che costituisce il Web è di sé centralizzato. Per visualizzare un sito bisogna contattare un server, il quale anche se fa parte del Cloud, è comunque parte d’una serie di dispositivi che hanno una sede unica – che sia una regione o comunque uno spazio preciso.

L’APFS rimuove tutta questa necessità: l’intero sistema è costituito da una serie di PC (o sistemi compatibili) che creano dei nodi. Ogni computer ha a sua disposizione una copia – criptata – d’un intero settore di dati, che può riguardare un sito web o anche un singolo file. Questo significa che se un PC si tira indietro o viene disattivato, altri 100 hanno sempre il sito web a disposizione. Più sono le richieste, più dispositivi entrano in azione e contribuiscono alla velocità di comunicazione della rete.

Essendo l’APFS di sua natura decentralizzata, è impossibile capire dove si trova un computer che ha a disposizione la copia del file necessario. E’ possibile ricercarlo, e si otterrà come risultato il contenuto, ma non si avrà mai una precisa locazione nel quale è presente il risultato delle ricerche. In poche parole, se si cerca un file musicale nel sistema APFS, vi possono essere 1000 dispositivi che hanno lo stesso file, ma nessuno di questi viene riportato. Lo stesso metodo può essere utilizzato per dare vita a siti web ed altri vitali oggetti della rete.

Ovviamente queste sono solo le spiegazioni che rappresentano la superficie del sistema. L’IPFS ha molteplici mezzi a sua disposizione per identificare comunque una distribuzione malevola o di pirateria: ad esempio ogni contenuto viene diviso per diversi numeri identificativi. Questi ID vengono disposti d’un Hash, il quale è ovviamente criptato. Questo aiuta anche a discernere le versioni più aggiornate d’un file o anche un contenuto specifico: ma eventualmente qualcuno introduce un elemento nocivo nel sistema, è possibile escluderlo, limitando così usi errati del File System.

Come già detto, l’IPFS è già attivo da qualche tempo, anche se è ancora nella sua infanzia. E’ possibile attivarlo immediatamente sotto Linux sia tramite dei comandi specifici che anche scaricando un programma dedicato. Solo il tempo potrà dire se ci converrà sfruttare un metodo simile per sostenere il web del futuro, ma sembra promettere bene.